PRIOLA, NOIARIS 
e S. NICOLO' da Taviele
 
CHIESA DI NOIARIS 
 
Dedicata a S. Orsola, risale al secolo XIII; rimodernata nel 1757; l’altare ligneo barocco è del 600 ; l’altare è  
Composto da un registro centrale e predella risalenti alla prima metà del XVI secolo. Da un alzata con decorazioni laterali , paliotto ligneo contenente un dipinto su cuoio e timpano spezzato, risalenti alla prima metà del XVIII secolo. Gli affreschi delle pareti risalgono all’ artista Tommaso da Modena (1325-1379).  
OPERE ESEGUITE 
Restauro generale a opera della soprintendenza (1960); nuove finestre policrome della poliate di Vicenza(1975); predella dell’altare, in marmo(1964).Tinteggio esterno chiesa e campanile(1970). 
Acquistati paramenti, calice, candelabro, diffusori di riscaldamento. A Noiaris è stata restaurata la statua di S. Orsola, titolare della chiesa della frazione. La pregevole scultura lignea risale al secolo XVIII, opera dei fratelli Filippini. Presenta chiari segni di fattura artisticamente raffinata che richiama la nostra origine della santa, figlia di un principe della Bretagna, martirizzata nel 453 sotto il terribile Attila, re degli Unni. 
Il restauro di questa opera è stato effettuato dalla signorina Rosalba Cariglia. 
CAMPANE ELETTRIFICATE A NOIARIS 
Nel campanile della chiesa di S. Orsola, è stato sostituito il vecchio castello di sostegno delle campane e queste son state elettrificate con comando azionato dalla sacrestia. Il nuovo impianto permetterà di suonare 
l ’AVE MARIA e l’ ORA DI NOTTE anche nel paese di Noiaris e questo darà alla piccola borgata un segno di vitalità e di importanza. Lo squillo di quelle campane ricorderanno ogni giorno la memoria di chi ha voluto sovvenzionare l’ opera. 
NOIARIS: FULMINE E CAMPANE ROTTE 
Nel pomeriggio del 23 luglio, durante un furioso temporale, un fulmine è caduto sul campanile della chiesetta, asportando pietre, provocando fori nei muri e scrostando l’ intonaco. Questo è il secondo fulmine che a distanza di pochi anni ha colpito il campanile di Noiaris (l’ultimo avvenne nel 1978). Si è deciso pertanto , di dotare il campanile di un impianto di parafulmine, dall’ elettricista locale Amedeo Quaglia. 
VETRATE NUOVE A NOIARIS. 
Nella festa della “SAGRA ANNUALE “che si celebra a Noiaris la terza domenica di Giugno, , sono state inaugurate le nuove vetrate policrome applicate alle quattro finestre della chiesa. Alle due finestre della navata sono state disegnate due immagini: un leone col libro simbolo di San Marco e un giglio con la palma simbolo di Sant’ Orsola, titolari della chiesa. 
 
 
 
 
 
 
CHIESA DI SAN NICOLO 
 
Costruita nella “taviela” di Sutrio nel secolo XIII su preesistente cappella, la cui origine si perde nella notte dei tempi, è sempre stata considerata la chiesa degli “STRAULINARS”, legata ad antiche tradizioni. Contiene un pregevolissimo altare ligneo attribuito al De Agostinis (1600-1630). L’ altare di San Rocco risale al 1836 ed è stato costruito dal sutriese Giacomo Straulino abitante a Trieste; quello di San Sebastiano è di data incerta.  
 
OPERE ESEGUITE 
Nel 1968 è stato rifatto il tetto dell’ atrio, distrutto dall’ alluvione del 1966, e nel 1970 è stata rifatta la decorazione interna e dipinto l’ esterno, con l’ applicazione delle nuove finestre policrome (Poliate di Verona); acquistati i terreni adiacenti.
CHIESA DI PRIOLA 
 
Dedicata in primo tempo all’ annunciazione, indi all’ immacolata, costruita nel secolo XVIII, conserva una pregevole pala, di autore ed epoca incerta. La pala appartenente alla chiesetta di Priola(Sutrio) riproduce in alto la scena dell’ Annunciazione e in basso due santi, (Sant’ Osvaldo e San Caterina d’ Alessandria) è opera per buona parte dalle locali botteghe carniche e da un maestro bene informato sul genere dell’ arte . Il particolare del simbolo dei “cramars “che compare entro un piccolo stemma all’ angolo sinistro inferiore della pala stessa, ha un’ importante valore storico. Tale simbolo apparteneva al “cramaro” Osvaldo Quaglia di Priola, morto il 3 aprile 1750 all’ età di 65 anni in Franconia (Wurzburg). Detto emigrante lasciò alla chiesa il suo paese natale (Priola) la somma di 200 fiorini imperiali perché venisse realizzato l’ altare della chiesa e con esso anche la pala. Questa tela è un documento formidabile di devozione e di etnografia in quanto porta il simbolo del “cramar ” Osvaldo quaglia emigrato a Wurzburg.L’ altare ligneo è del secolo XVIII. Trattasi di un’ altare del tipo”a portale ”derivato da moduli barocchi comuzzeschi, costruito da bottega carnica, completo di tela centinata raffigurante l’ Annunciazione della Vergine con i Santi Osvaldo e Caterina d’Alessandria,siglata in fondo a sinistra “O.Q.1756 “, recentemente restaurata, tabernacolo coevo con paliotto e balaustre seriori. L’epoca di costruzione può risalire alla fine del secolo XVII o agli inizi di quello XVIII e, data la sua collocazione piuttosto angusta negli spazi dell’ abside, probabilmente doveva essere destinato ad una chiesa più grande. Tutto l’ altare è dorato, dipinto e laccato. Finti marmi policromi interessano tutti i fondi della struttura, La conservazione appare compromessa da un diffuso e tuttora attivo attacco xilofago che ha eroso le fibre lignee provocando la caduta e la conseguente perdita di molte parti del modellato e delle incorniciature. Tutte le superfici, sia della struttura che delle figure, sono annerite o alterate da vivaci ridipinture. 
RELAZIONE STORICA DI ALCUNE OPERE DELLA CHIESA DI PRIOLA ( SUTRIO ) 
L’ ALZATA CENTRALE: è composta dal grande fornice contornato  da due colonne traforate poggianti su plinti, a loro volta contornate da ricche decorazioni laterali. Il tutto sormontato da due timpani spezzati che racchiudono un basamento reggente un putto. Dodici sculture raffiguranti angeli, cherubini e putti sono variamente collocati. 
IL PALIOTTO: è composto da una tela dipinta raffigurante l’Immacolata fra i Santi Osvaldo e Caterina d’ Alessandria risale, con tutta probabilità al secolo XVIII. La tela di questo è annerita dallo sporco depositato e molto allentata sul vecchio telaio. 
IL TABERNACOLO: è costruito con sobrie linee rococò . Il tabernacolo, targatissimo, ha la parte anteriore completamente ridipinta e ridonata con porporina metallica. 
STORIA DELLA “GLEISIUTE”DI PRIOLA 
È proprio di questa “gleisiute” di Priola che vogliamo parlare, della sua microstoria, cresciuta all’ ombra di un paesino minuscolo, che però è nominato già in documenti del secolo XII. La sua storia inizia il primo ottobre dell’ anno 1708, dove alcune persone si ritrovano in casa di Pietro Valle “Poder”. Tra queste anche Leonardo Straulino che risulta il verbalizzante della seduta. Si decide di rendere operativa la decisione del comune di Priola di far fabbricare una chiesa dedicata al culto della Vergine Maria, a condizione che venga intitolata alla Madonna della Salute il primo altare e il secondo ai Santi Antonio da Padova e a San Leonardo. Presa questa decisione però i lavori vanno a rilento, o meglio, non partono a causa anche di stagioni inclementi, di piene rovinose, di raccolti scarsi. Alcune persone si occuparono a procurare i sassi, e la sabbia per costruire la chiesa. Possiamo immaginare che il grosso dei lavori alla chiesetta si siano conclusi fin dalla primavera del 1723, dato che il giorno 29aprile di quell’ anno si decidono le modalità di pagamento. Dunque nel 1732 la chiesetta di Priola risulta intitolata all’ Annunciazione e non più alla Madonna della Salute! Le ragioni di questo cambiamento di titolo della chiesetta di Priola possono essere abbastanza logiche se si pensa alla analoga e più antica devozione esistente presso la chiesa di Sant’ Orsola a Noiaris. Il 21 marzo 1733 il pavimento di piccole pietre levigate della chiesetta di Priola viene completato. Viene cambiato ancora una volta il titolo della “gleisiute” da Annunciazione a Immacolata Concezione. Non ci è chiaro, ma questo avviene certamente molto tempo dopo